Dopo l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica (2018), rientra all’interno di questo vasto territorio anche la zona nei dintorni di Porta Latina e proprio a ridosso della porta sorge l’oratorio di San Giovanni in Oleo.
(…) Quando gli apostoli dopo la Pentecoste si separarono, lui andò in Asia, dove fondò molte chiese. Quando l’imperatore Domiziano venne a conoscenza della sua fama, lo fece venire a Roma e lo fece buttare in un recipiente di olio bollente, immediatamente davanti alla porta Latina: ma Giovanni ne usì illeso, come era rimasto estraneo alla corruzione della carne. (…)
A memoria di questo evento miracoloso avviene la costruzione, nel V secolo d.C., della basilica di San Giovanni a Porta Latina e di un martyrion, di forma circolare, conosciuto appunto con il nome di San Giovanni in Oleo cioè “nell’olio” con riferimento al supplizio del santo.
La costruzione giunse fino al XVI secolo in cattive condizioni fino al completo rinnovamento nel 1509.
Come ricorda l’epigrafe, collocata sull’architrave del portale occidentale con il nome ed il motto “Au plaisir de Dieu” l’edificio, viene finanziato dal prelato francese Benoît Adam. Originariamente il progetto viene attribuito al Bramante, ma recenti studi lo assegnano a Peruzzi o ad Antonio da Sangallo il Giovane.
L’edificio è a pianta ottagonale e le pareti sono in mattoni con una struttura in travertino. Agli angoli vi sono dei pilastri con capitelli e sopra la cornice sorge il tetto di pietra, a forma di cono.
Nel 1658, sotto il pontificato di Alessandro VII, l’edificio viene successivamente restaurato dal Borromini su commissione del cardinal Paolucci, che voleva trasformalo in una cappella di famiglia, come testimoniano lo stemma dei Chigi e l’iscrizione in ricordo del papa nell’ingresso occidentale.
L’intervento di Borromini si concentra soprattutto sul tetto della cappella, dove sovrappone al tamburo, un attico circolare decorato da un motivo classico, alla sommità del quale pone uno scivolo conico arricchito da un fregio a rose e palmette e terminante in un fascio di foglie. Vi innalza una palla racchiusa da un motivo di rose (allusivo allo stemma araldico dei Paolucci) sormontata da una croce.
Contemporaneamente al restauro di Borromini, le pareti interne vengono decorate da stucchi e affrescate da Lazzaro Baldi (allievo di Pietro da Cortona) con la raffigurazione delle storie dell’evangelista.
Le forme attuali dell’oratorio derivano da un ulteriore intervento, risalente alla fine del Seicento da parte di Stefano Augustini, cardinale titolare di San Giovanni a Porta Latina.
Successivamente, nel 1716, durante il pontificato di Clemente XI, vengono eseguiti alcuni ritocchi all’interno, mentre resta immutato l’aspetto esterno dell’oratorio.
Il parco, già ricco di monumenti di diverse epoche, a partire da quelle più note di epoca romana, con l’oratorio di San Giovanni in Oleo arricchisce l’esperienza del visitatore anche di splendide testimonianze barocche.
Informazioni utili:
Visitabile su richiesta. Rivolgersi alla Chiesa di San Giovanni a Porta Latina – tel. 06.70475938 – email: portalatina17@gmail.com
Foto: I viaggi di Raffaella